Il mito coniugato nella geografia di una terra,
permea ogni luogo, ogni individuo, ogni azione, ma resta il più delle volte
celato agli occhi. Come in passato, occorre uno sguardo eletto per cogliere le sue
continue manifestazioni nel reale, per riconoscerlo e, infine, farne parte. Possiede
questo sguardo lo scrittore catalano Rafael Argullol Murgadas che con la
sua «scrittura trasversale» - in grado di attraversare gli stili, i generi e i
registri per riproporli in una pagina di narrativa che fa della ricerca del
bello una delle sue massime prerogative – in Lampedusa (Lantana Editore) canta un’ode nei confronti della
Sicilia, terra del mito ellenico, e di Lampedusa, isola aspra, selvaggia e
premoderna.
Argullol ambienta il suo racconto nel 1937. Mentre il
fascismo di Benito Mussolini rimane sullo sfondo, entrando nella vicenda
sotto forma di fato solo alla fine, seguiamo il racconto orale (non potrebbe
essere altrimenti) di Leonardo Carracci
e del suo incontro con l’isola di Lampedusa. Il nostro, laureato in lettere
antiche, si mette sulle tracce dell’identità ellenica dell’isola di Trinacria. Da
Siracusa (tutt'oggi luogo eletto alla materializzazione del mito attraverso il
suo teatro greco) ad Agrigento fino all'arrivo a Lampedusa, Leonardo si muove
guidato dall'ossessione per Irene, donna
fatale di senechiana memoria. Irene e la sua fisicità soggiogano Leonardo e lo
guidano di visione in visione. Si tratta di una fantasmata che sceglie di manifestarsi nel reale per Leonardo, lo
seduce danzando (come Salomè, altra donna fatale) ne le Baccanti, lo fa suo fra i templi di Agrigento, in una notte cupa e
astratta dal reale.
Ossessionato dalla sua fantasmata, Leonardo giungerà a Lampedusa, perdendone le tracce e
ritrovandosi finalmente all'interno del contesto mitico, fisico e sanguigno,
che stava da tempo cercando. Mentre l’isola muta i connotati del giovane
studioso facendone un eroe, il lettore non può che imparare a godere, pagina dopo
pagina, dello stile di Argullol – reso in maniera certosina dalla traduttrice
italiana Giulia Pasini (ringraziata
dallo stesso autore che scrisse la prima stesura del romanzo proprio in
italiano) – costruito su una preziosa ricerca lessicale e sull'evocativa ed
elegante descrizione del protagonista e dei suoi moti dell’anima.
In definitiva Lampedusa
è un meraviglioso racconto in grado di svelare come le radici del mito non
siano inaridite, ma s’incarnino continuamente nel tempo, svelate e pronte ad accogliere
chi è in grado di visualizzarne le manifestazioni e lasciarsi guidare da esse.
Libro raro e potente,dove l'audacia e il vigore dello stile danno vita a una narrazione pulsante e piena di pathos. Una lettura plurisensoriale per una visione mediterranea del mito greco.
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