L’entusiasmo
è stato grande. Vedere un romanzo della casa editrice NEO. – le cui proposte
hanno costruito in breve tempo un catalogo fra i più vitali, eterodossi e
sperimentali avuti negli ultimi anni in Italia – nella rosa delle dodici scelte
del comitato direttivo del Premio Strega 2015 è stata una delle più belle
sorprese sulla scena editoriale contemporanea. Un segnale non trascurabile, un
presagio di buon auspicio e un grande stimolo per Francesco Coscioni e Angelo Biasella
a continuare con immutata determinazione a lavorare sul loro progetto
editoriale.
Il
romanzo in questione è XXI SECOLO di Paolo Zardi, ingegnere
padovano che amammo non poco per il libro di racconti Antropometria che ci portò nei territori del perturbante e del
grottesco. Ambientato in un futuro che con un brivido avvertiamo nelle
immediate vicinanze, XXI SECOLO è il
racconto epico di una sconfitta. In un’Italia sfiatata a sud di un continente
in decadenza, soffocata dalla bolla mediale
Il
giorno in cui trovò il telefono aveva smesso di piovere. […] il fantino era
morto, e la Cina aveva raddoppiato i carri armati sulle sponde dell’Amur,
provocando lo sdegno dello zar di Russia. Ma nessuno sapeva se in Russia ci
fosse davvero lo Zar. Da un po’ le notizie concepivano un universo parallelo,
virtuale, e pieno di contraddizioni. La gente aveva perso interesse per la
realtà, la subiva con la consapevolezza che le cose andassero male, e non ci si
poteva fare nulla.
assistiamo
alla corrosione di un modello, al canto del cigno dell’uomo come padre, fulcro
e protettore del nucleo familiare. Il protagonista che Paolo Zardi ci propone
in terza persona come unico personaggio-pdv (punto di vista) assiste all’implosione
lenta ma immane e inesorabile dell’Occidente mentre è tradito dalla base
su cui si fonda tutta la sua esistenza: la propria famiglia.