sabato 30 marzo 2013

Mama: La madre di Andrés Muschietti (2013)


Oggi, il genere horror si barcamena percorrendo e rendendo sempre più sfruttata e noiosa la strada del P.O.V. (point of view) ma dimostra di avere ancora le energie giuste, in genere energie nuove, in grado di ottenere risultati interessanti e originali. Lo avrà pensato - mettendo a frutto ancora una volta un certo talento nello scouting - anche il regista e produttore messicano Guillermo del Toro che visto su Youtube (dove è ancora disponibile) il corto Mama realizzato dal giovane regista spagnolo Andrés Muschietti, decide di produrre un lungometraggio a esso ispirato, uscito (straordinariamente in anticipo) da noi con il titolo La Madre. Il risultato è una pellicola in cui il gotico e il fiabesco si commistionano nel contemporaneo per raccontare la maternità, traumatizzata, inattesa, abbracciata e subita dalle piccole protagoniste: Victoria (Megan Charpentier) e Lilly (Isabelle Nélisse). Assai importante la presenza al centro della vicenda di Annabel, rocker indipendente che viene, suo malgrado, a trovarsi in un grande casa insieme alle due bambine cui deve far da madre (dividendosi inconsapevolmente i compiti con quella dall'altro mondo), interpretata in maniera eccellente da Jessica Chastain, bellissima sotto il caschetto nero di Annabel e principale bersaglio dell’irata genitrice sovrannaturale.
Uno dei sorrisi disturbanti di Lilly e...
Il film possiede ottimi punti di forza: tutte le sequenze nell'abitazione in cui si trasferiscono Annabel, il compagno Lucas (Nikolaj Coster-Waldau) e le due piccole, la regia che segue di ambiente in ambiente e di porta in porta i movimenti di Annabel e delle bambine, segnalando la presenza di Madre attraverso soluzioni assai sfiziose, che ricordano gli espedienti usati in un altro film prodotto da del Toro: The Orphanage di Juan Antonio Bayona. Spesso il punto di vista si abbassa da quello rotondo e bistrato di Annabel a quello più consapevole delle piccole, la camera segue soprattutto i movimenti disarticolati e animaleschi di Lilly (nonché i suoi agghiaccianti sorrisi a qualcosa fuori campo), facendone un elemento disturbante centrale. Splendidi anche i frammenti onirici in cui è narrata la triste e sanguinosa storia di Madre, inseriti ad hoc nell'epifania materna di Annabel.
Mentre il dottor Dreyfuss, che ha in cura le bambine, raccoglie rapidamente tutti i tasselli della vicenda e Annabel si affeziona sempre di più alle piccole, la vicenda andrà verso la conclusione, da consumarsi, ovviamente, su una rupe notturna di matrice gotica. Il punto di forza de La Madre sta proprio nel riuscire a compendiare molto dell’immaginario orrorifico, letterario e cinematografico (con un occhio alla psicoanalisi junghiana) rielaborandolo e inserendolo in un contesto originale: dai movimenti disarticolati e demoniaci de La Madre e della piccola Lilly, al terrore infantile che vive nell'armadio e sotto il letto, dagli archivi comunali che custodiscono indicibili storie di dolore al ritrovamento del “selvaggio” nel bosco.

In definitiva La madre è un nuovo colpo assegnato dal Guillermo del Toro produttore. La pellicola pur muovendo dall’intuizione tensiva di Muschietti, possiede alcuni stilemi e prerogative del cinema nero e fiabesco di del Toro. Il risultato è stato premiato e la pellicola ha ottenuto, sia negli Stati Uniti sia in Europa, un soddisfacente successo.

2 commenti:

  1. Purtroppo secondo me è proprio la parte centrale, con Annabel nell'enorme casa insieme a Madre e le due bimbe a penalizzare il film, la narrazione si impalla, e il doc che avendo capito che si trattava di una creatura minacciosa e sovrannaturale se ne va nella casetta con la torcia scassata è la degna chiusura di quei 40 minuti.
    Ma Jessica con capelli neri e occhi truccati veramente ti è sembrata bellissima? A me proprio non è piaciuta! Grandissima attrice, ovvio. Ma bella proprio no questa volta.

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  2. È il commistionarsi dell'horror con la fiaba gotica a fare proprio di quelle sequenze nella casa una delle parti del film più interessanti.

    Devo dire che Jessica Chastain - che qui ha sacrificato i suoi splendidi capelli rossi - in versione dark non mi è dispiaciuta affatto.

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