mercoledì 15 febbraio 2012

La promessa dell'assassino di David Cronenberg (2007)

La promessa dell’assassino (Eastern promises) è una elegante declinazione della poetica sanguinolenta e deliziosamente corporale di David Cronenberg. La storia muove da un lavoro di ricerca e riproposizione, all'interno di una cornice noir, sulla cultura popolare russa e in particolare sui rituali della mafia russa. A Londra la giovane ostetricia Anna (Naomi Watts) assiste alla nascita di una bambina e alla contemporanea morte della giovane madre appena quattordicenne. Anna viene poi in possesso del diario della giovane madre defunta scritto in lingua russa. Sarà proprio questo documento ad aprirle le porte di un immaginario folk e violento, quello che si cella fra le mura del ristorante russo «Trans-Siberian» gestito dall'apparentemente mite e raffinato Semyon. In realtà il  «Trans-Siberian» è un centro di attività illecite ed efferate (tra cui la prostituzione minorile e lo spaccio di droga) dell’organizzazione Vor v zakone (”ladro nella legge”) di cui è a capo proprio Semyon. Tra ribaltamenti identitari, carne, sangue e luci al neon, Anna verrà in contatto sia con lo spigoloso Nikolai (Viggo Mortensen), autista ma in realtà factotum di sangue della famiglia che con Kirill (Vincent Cassel), unto e tragico erede di Semyon.
Cronenberg lascia che la cornice noir si apra continuamente su mirati scampoli di citazione legati alla sottocultura russa. Principale esempio di questa operazione sono i tatuaggi di cui è ricoperto il corpo di Nikolai. Senza tatuaggi un uomo non esiste, la sua storia è scritta con l’inchiostro sulla pelle. Si tratta di una nuova evoluzione nella poetica del corpo di Cronenberg, da sempre intento a portare sul grande schermo la mutazione, l’organico e il suo rapporto con l’artificiale, qui rappresentato come raffinato connubbio tra epidermide, sangue e inchiostro.

La narrazione diventa inoltre il pretesto per mettere in scena uno splendido portfolio di immagini ribaltate fra esterno e interno, Londra e la grande madre Russia, il mainstream culturale di basso profilo di Anna e l’efferato e immaginifico universo nascosto di Nikolai. A rappresentare la sottocultura minoritaria celata ma decisamente accessibile in un continuo rimando citazionistico non privo di ironia (ad esempio, la scena di Nikolai che “scongela” con il phon il cadavere surgelato a cui dovrà tranciare le dita ed estrarre tutti i denti).  Scena topica, sicuramente cult, in cui si ravvisa la summa di tutta la discussione teorica sulla pellicola è quella ormai ribattezzata dall'audience attiva del web come la scena della sauna, in cui Nikolai, vittima di un agguato, combatte contro due uomini armati completamente nudo.

2 commenti:

  1. Il mio film preferito dell'ultimo periodo di Cronenberg!

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  2. l'ultimo Cronenberg cerca di portare avanti, far evolvere (o meglio "mutare"), la sua poetica. Lo fa recuperando le basi della sua visione (Freud, Jung, McLuhan) guardando sempre però oltre, verso nuovi territori e come in questo caso ottiene un grandissimo risultato.

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