sabato 15 novembre 2014

La seduzione del male di Nicholas Hytner (1996)

Che cosa sarebbe stato se il ruolo della demoniaca Abigail fosse andato a Kate Winslet e quello della misera Mary Warren fosse stato assegnato a Sarah Michelle Gellar (entrambe in lizza per queste parti) rimane un viaggio nella speculazione del what if che tanto ci piace. È certo che senza la presenza di Winona Ryder la riduzione cinematografica della pièce teatrale Il Crogiuolo di Arthur Miller, realizzata da Nicholas Hytner e uscita in Italia con il titolo La seduzione del male non avrebbe riservato la stessa asfittica, claustrofobica e folle sensazione di impotenza.
Arthur Miller scrisse Il crogiuolo per rappresentare il clima di terrore, follia illogica e caccia alle streghe del maccartismo, ricostruendo i processi alle streghe di Salem nel 1692. Il crogiuolo, rappresentato nel 1953, all'apice del maccartismo, fu ripreso da Nicholas Hytner, con raro rispetto filologico, nel 1996. Il risultato è un’agghiacciante rappresentazione di come il pregiudizio, la superstizione e la cattiveria umana possano portare al consumarsi di un rosario di tragedie sempre più dolorose. L’assenza di umorismo (imposto dal pensiero dominante nella Salem del 1692) e l’atmosfera claustrofobica fanno de La seduzione del male un’esperienza cinematografica unica, alla sua uscita purtroppo non compresa dal pubblico che disertò in massa le sale.

Abigail e le illuminate di Salem.
Oltre al malefico motore narrativo rappresentato da Abigail Williams e dalla sua congrega di bugiardelle – che fomenteranno l’allucinazione collettiva e il pregiudizio fino a risultati inimmaginabili – il film si avvale della presenza immane di Daniel Day-Lewis, grandioso nella sua interpretazione di John Proctor, probo e intelligente padre di famiglia attanagliato dalla colpa dell’unico tradimento nei confronti della moglie. La «seduzione del male», del titolo italiano è proprio quella di Abigail, giovane Salomè, nei confronti di John che rifiutatandola ne attirerà la vendetta. A muoversi nella caccia alle streghe sono però le istituzioni e i poteri forti di Salem: il mellifluo e meschino pastore del villaggio Samuel Parris (Bruce Davison che anni dopo tornerà a Salem per Rob Zombie), deciso a rimanere saldo alla direzione della chiesa locale, il bieco e ipocrita giudice Danforth (dietro cui possiamo scorgere la sagoma del senatore McCarthy), repellente e pericoloso nel suo incedere legale e diversi proprietari terrieri. Tutti utilizzeranno il furore mistico di Abigail e delle altre «illuminate» per dirigerlo su coloro che li ostacolano.
Nel susseguirsi di  una serie di processi sempre più assurdi, presieduti dal giudice Danforth, ammantato di puritanesimo ma ben cosciente di stare sfruttando la follia collettiva che ha preso piede a Salem, l’intreccio si stringe come un cappio al collo intorno al collo di John Proctor e della giovane moglie Elizabeth - interpretata con il giusto tono tragico da Joan Allen che guadagnò così una nomination agli Oscar come migliore attrice non protagonista – consumando quella che nel finale sarà una vera e propria tragedia.

La seduzione del male rimane ancora oggi una visione necessaria, oltre che per l’eccellente lavoro fatto sul testo di Arthur Miller, per la capacità sempre più rara di inscenare i moti più biechi e pericolosi dell’animo umano – bugia, sospetto, ipocrisia e violenza – all'interno di una rappresentazione terrificante e in grado di descrivere i movimenti e gli esiti di una delle epoche più buie e ottuse della storia americana, quella vissuta sotto la folle lanterna del senatore repubblicano Joseph McCarthy. 

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