Che cosa
sarebbe stato se il ruolo della demoniaca Abigail fosse andato a Kate Winslet e
quello della misera Mary Warren fosse stato assegnato a Sarah Michelle Gellar
(entrambe in lizza per queste parti) rimane un viaggio nella speculazione del what if che tanto ci piace. È certo che
senza la presenza di Winona Ryder la
riduzione cinematografica della pièce teatrale Il Crogiuolo di Arthur Miller, realizzata da Nicholas Hytner e uscita in Italia con il titolo La seduzione del male non avrebbe riservato la stessa asfittica,
claustrofobica e folle sensazione di impotenza.
Arthur
Miller scrisse Il crogiuolo per
rappresentare il clima di terrore, follia illogica e caccia alle streghe del
maccartismo, ricostruendo i processi alle streghe di Salem nel 1692. Il crogiuolo, rappresentato nel 1953, all'apice del maccartismo, fu ripreso da Nicholas
Hytner, con raro rispetto filologico, nel 1996. Il risultato è un’agghiacciante
rappresentazione di come il pregiudizio, la superstizione e la cattiveria umana
possano portare al consumarsi di un rosario di tragedie sempre più dolorose.
L’assenza di umorismo (imposto dal pensiero dominante nella Salem del 1692) e l’atmosfera
claustrofobica fanno de La seduzione del
male un’esperienza cinematografica unica, alla sua uscita purtroppo non
compresa dal pubblico che disertò in massa le sale.
Abigail e le illuminate di Salem. |
Oltre al
malefico motore narrativo rappresentato da Abigail Williams e dalla sua
congrega di bugiardelle – che fomenteranno l’allucinazione collettiva e il
pregiudizio fino a risultati inimmaginabili – il film si avvale della presenza
immane di Daniel Day-Lewis,
grandioso nella sua interpretazione di John Proctor, probo e intelligente padre
di famiglia attanagliato dalla colpa dell’unico tradimento nei confronti della
moglie. La «seduzione del male», del titolo italiano è proprio quella di
Abigail, giovane Salomè, nei confronti di John che rifiutatandola ne attirerà
la vendetta. A muoversi nella caccia alle streghe sono però le istituzioni e i
poteri forti di Salem: il mellifluo e meschino pastore del villaggio Samuel
Parris (Bruce Davison che anni dopo tornerà a Salem per Rob Zombie), deciso a rimanere saldo alla direzione della chiesa
locale, il bieco e ipocrita giudice Danforth (dietro cui possiamo scorgere la
sagoma del senatore McCarthy), repellente e pericoloso nel suo incedere legale
e diversi proprietari terrieri. Tutti utilizzeranno il furore mistico di
Abigail e delle altre «illuminate» per dirigerlo su coloro che li ostacolano.
Nel
susseguirsi di una serie di processi sempre più assurdi, presieduti dal giudice Danforth,
ammantato di puritanesimo ma ben cosciente di stare sfruttando la follia
collettiva che ha preso piede a Salem, l’intreccio si stringe come un cappio al collo intorno
al collo di John Proctor e della giovane moglie Elizabeth - interpretata con il
giusto tono tragico da Joan Allen che guadagnò così una nomination agli Oscar
come migliore attrice non protagonista – consumando quella che nel finale sarà una
vera e propria tragedia.
La seduzione del male rimane ancora oggi una visione
necessaria, oltre che per l’eccellente lavoro fatto sul testo di Arthur Miller,
per la capacità sempre più rara di inscenare i moti più biechi e pericolosi
dell’animo umano – bugia, sospetto, ipocrisia e violenza – all'interno di una
rappresentazione terrificante e in grado di descrivere i movimenti e gli esiti
di una delle epoche più buie e ottuse della storia americana, quella vissuta
sotto la folle lanterna del senatore repubblicano Joseph McCarthy.
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