sabato 21 luglio 2012

Tragedia greca e psicodramma junghiano in Brood la covata malefica di David Cronenberg


Torniamo indietro nel tempo, al 1979, e recuperiamo un classico del cinema organico e ginecologico del primo David Cronenberg. Lo schermo si riempie di nebbia, il cielo gravido e lattiginoso ha già imbiancato di neve i dintorni di Montreal, ci muoviamo in interni che ci restituiscono un immaginario piatto e malinconico. Ambienti in cui sono generati e accuditi esseri indicibili dalle forme innocenti.
Con Brood. La covata malefica David Cronenberg muove dalle mutazioni scellerate e virali de Il demone sotto la pelle e Rabid. Sete di sangue per innestarne gli orrori su di un corpo femminile, rielaborandoli sui concetti di procreazione e maternità. Una sperimentazione che continuerà al di là dell’horror malinconico e ambivalente di Brood per raggiungere esiti raffinati e agghiaccianti con Inseparabili.
Ancora una volta a fare da base per la rappresentazione cinematografica (qui deliziosamente orrorifica) di Cronenberg troviamo le istanze dello psichiatra e psicoanalista Carl Gustav Jung. In particolare nell’utilizzo da parte del dottor Raglan (ancora un altro scienziato lovecraftiano cui sfugge tragicamente il controllo delle proprie sperimentazioni) dello psicodramma analitico. Nella Montreal di Brood il dottor Raglan ha definito la “psicoplasmica”, un metodo basato sullo psicodramma analitico di matrice junghiana, attraverso il quale aiuta i suoi pazienti a esporre fisicamente al di fuori di se stessi nevrosi e traumi. Ne è un esempio la splendida sequenza iniziale, in cui uno sfondo nero avvolge due figure: Raglan e un suo paziente. Il creatore della psicoplasmica interpreta il ruolo del padre del paziente, i due sono vestiti solo di un semplice kimono (che sembra proiettare la vision nella Butterfly en-travesti del finale tragico di M. Butterfly) e sono ripresi rasoterra, a evidenziarne le posizioni teatrali (certamente tragiche) e metaforiche. Raglan incalza il paziente che manifesta di colpo il proprio trauma attraverso piaghe ed escoriazioni che appaiono sanguinanti sul suo volto e sul corpo. La sequenza successiva completa la visione metarecitativa: i due sono su un palco, e il pubblico rapito ed entusiasta osserva le luci spegnersi sui due «attori» prima di uscire commentando la rappresentazione. Cronenberg introduce così i temi della tragedia e della psicoanalisi, su cui poggia tutta la rappresentazione di Brood.

Nola, donna fatale.
Come già fatto da Sigmund Freud, la tragedia greca, i suoi miti e le sue metafore sono utilizzati da Cronenberg per costruire la propria visione. Nola è una mater scellerata, il marito Frank è l’eroe, Raglan il depositario del sapere e la piccola Candice è la progenie corrotta senza remissione.
Nola è una Medea mutata geneticamente, in lei il disequilibrio tra ratio e furor, mens e cupido hanno prodotto orrendi piccoli abomini violenti. Nola è in grado di generare in maniera autosufficiente ed extrauterina una progenie scellerata che vive e muore delle sue pulsioni. In lei poi riconosciamo i tratti di Elena, Clitennestra, Cassandra e Pandora. All’interno della clinica Nola è la favorita di Raglan, che scaccerà tutti tranne lei e la sua demoniaca progenie, la sua furia è motrice per una vendetta tragica (che colpirà la madre, il padre, persino Raglan, Frank e Candice). È lei a custodire e celare l’orrido segreto che porta addosso, le orribili escrescenze cresciute a dismisura fino a diventare sacchi amniotici extracorporei rappresentano il male ormai divenuto impossibile da trattenere. Nola infine conosce l’orrore, lo genera persino, ma incompresa e rifiutata (pure da Frank che non riesce a trattenere lo sgomento di fronte alla rivelazione finale) vive da paria, relegata e rinchiusa dalla società in una clinica psichiatrica.  
Brood. La covata malefica è anche una tra le più riuscite manifestazioni della poetica mutante e organica di Cronenberg, una visione in cui i limiti fisici dell’essere umano sono superati per realizzare una nuova forma di individuo, una scellerata speciazione darwiniana che tende allo stravolgimento dei connotati della società globale tutta. 

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