venerdì 6 luglio 2012

RADICI: My best friend's birthday di Quentin Tarantino (1987)


Conoscere la genesi del primo film di Quentin Tarantino My best friend’s birthday significa scoprire e comprendere le radici che hanno alimentato (e alimentano tutt'oggi) il successo del regista di Kill Bill e Bastardi senza gloria. Tutti, si sa, abbiamo bisogno di incoraggiamento all'inizio del percorso che abbiamo scelto di intraprendere, così anche Quentin che iniziò la sua incredibile carriera grazie all’incontro con Lawrence Bender, il futuro produttore di tutti i suoi successi: da Le Iene a Jackie Brown, da Pulp Fiction a Four Rooms. Conosciuto durante un party a Hollywood Bender consigliò al giovane Tarantino, allora ancora studente e impiegato del Manhattan Beach Video Archivies, di buttare giù una sceneggiatura. Detto fatto ed ecco che scritto a quattro mani insieme a Craig Hamann e girato dal solo Tarantino fu realizzato in bianco e nero My best friend’s birthday in cui i due autori recitano nei ruoli dell’invadente Clarence e del suo amico Mickey. Il progetto – probabilmente come è giusto che sia per un esperimento iniziale – prese molto tempo a causa di diverse difficoltà riguardanti le location e la troupe e infine abortì a causa di un incendio nel laboratorio di sviluppo che distrusse gran parte del girato (quel che ne rimane è reperibile su Youtube, tutti i video sottotitolati in italiano sono disponibili alla fine del post).
My best friend’s birthday ricordato da Quentin Tarantino come il suo “school film” rimane però una pellicola necessaria soprattutto perché gran parte del materiale scritto e girato verrà poi ripreso e rimaneggiato nelle pellicole della Trilogia Pulp, soprattutto in Una vita al massimo dove al centro della vicenda ritroviamo una prostituta innamorata e ostacolata dal suo ex protettore che incontra Clarence, anch'egli come l’omonimo protagonista di My best friend’s birthday appassionato di Elvis Presley. È incredibile il vitalismo delle idee che vedremo poi compiute e realizzate nelle pellicole successive: dalla concezione salvifica della cultura pop (nel dialogo iniziale Clarence afferma di aver evitato il suicidio grazie a una puntata particolarmente divertente della sit-com La famiglia Patridge) ai dialoghi serrati, qui su Elvis come in Le Iene su Madonna (e ovviamente sul cinema), il feticismo dei piedi, la citazione improvvisa (e deliziosamente Avant-Pop) come nell’incursione “kung fu” durante lo scontro fra Mickey e il protettore di colore Clifford.

In definitiva My best friend’s birthday è certamente un recupero sfizioso quanto doveroso per i molti catecumeni e cinefili amanti dell’Opera di Quentin Tarantino.


Di seguito quel che rimane di My best friend’s birthday sottotitolato in lingua italiana:

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