domenica 2 febbraio 2014

Fargo dei fratelli Coen (1996)


Fargo è la dichiarazione d’amore dei fratelli Coen per il mestiere attoriale. Costruendo ancora una volta un’ambientazione crime “altra” dove il pretesto per il nero è la vigliaccheria di un postmoderno «uomo del sottosuolo» (con il volto da nevrosi latente di William H. Macy) che commissiona il rapimento della moglie per ottenere il denaro negatogli, con umiliazioni assortite, dal suocero di ferro. Dichiarazione d’amore dicevamo. La leggiamo in ogni inquadratura, in ogni battuta e nella scelta di una equa e compiuta rappresentazione dei personaggi affidata alla bravura dei tre attori principali: il già citato William H. Macy, l’ectoplasmatico Steve Buscemi e Frances McDormand che per il ruolo di Marge Gunderson vincerà l’Oscar per la migliore interpretazione femminile nel 1997.
Partiamo da Macy al quale è affidato il ruolo del meschino Jerry Lundegaard. Il Nostro rappresenta la frustrazione, la nevrastenia sottopelle e la bassezza edulcorata del personaggio attraverso una mimica facciale fatta di tic rivelatori, sorrisi subdoli da venditore di automobili (quale effettivamente Jerry è), di una leziosa sottomissione (seguita dall'immancabile vigliaccheria) che alberga nel tono di voce e nella postura piegata e goffa di Macy.


Steve Buscemi interpreta invece il ruolo più pulp e comico, quello del rapitore Carl Showalter appoggiato dalla spalla ferina e silenziosa Gaear Grimsrud (interpretato da Peter Stormare). Buscemi utilizza una recitazione che richiama la slapstick e grazie a una parlantina celere, allo sguardo rotondo e alla fisicità gracile e rapida (ancora più evidenziata da quella massiccia e immobile di Gaear) entra immediatamente nelle grazie dello spettatore.

Infine c’è lei: Frances McDormand che abbandonata l’allure da pupa di Blood Simple. Sangue facile veste i panni della materna e deliziosa Marge, capo della polizia locale al settimo mese di gravidanza. Marge è la rompighiacci che, con acume e sensibilità, giungerà alla risoluzione degli eventi. Bastano le sole immagini di semplice amore, devozione e complicità con il marito a renderla adorabile agli occhi del pubblico ma a farne un personaggio d’eccezione è la lentezza (dovuta alla sua fisicità materna) che va a esaltare le sue peculiarità intellettive durante l’investigazione.

Fargo è una prova magistrale da parte di Joel e Ethan Coen che da Arizona Junior a Mister Hula-Hoop (passando per Barton Fink) hanno realizzato la propria re-interpretazione dell’arte cinematografica.

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