Abbiamo
già visto come il mondo è finito e come una serie di schegge impazzite,
luccicanti e kitsch siano venute a costituire la nuova realtà. Gregg Araki, dopo aver giocato con
parte di questi materiali per realizzare la prima screwball comedy ai tempi dell’Avant-Pop, Splendidi Amori, si
lancia in un nuovo progetto, la creazione di una serie televisiva, This Is How The World Ends, patrocinata da MTV canale che gli artisti
Avant-Pop hanno considerato uno dei principali mezzi di diffusione delle idee
dell’avanguardia nella cultura popolare: la logica dell’iperconsumo,
l’importanza del nuovo, lo zapping come forma di costruzione artistica. Per
problemi di budget e nonostante l’impegno e la dedizione del nostro, la serie
non fu mai messa in onda. Gregg Araki realizzò – con un budget ridotto – solo il
pilot della serie, che seppur mai
andato in onda riuscì a diffondersi e raggiungere i catecumeni di tutto il
mondo grazie all’internet (alla fine del post la versione integrale
dell’episodio presente su Youtube).
Araki
celebra la fine del mondo con un titolo che parafrasa T. S. Eliot: «This Is How The World Ends», lanciandoci
in un universo creato ad hoc, una
costruzione situazionista in cui elaborare trame lunari, materializzare legami
casuali fra eventi e personaggi e celebrare la ripetizione come epifania
straniante e disturbante.
This Is How The World Ends inizia con un sogno tumido, tipico di
Araki: lo studente di liceo Casper Van Dyke (Alan Simpson) sogna di trovare
nella doccia la ragazza dei suoi sogni Christmas (Kelli Garner) ma è svegliato
dalla voce isterica della madre che batte dietro la porta per svegliarlo. Araki
recupera stilemi, idee, tic e ossessioni del teen-drama e li commistiona con l’immaginario pop lisergico degli
anni Novanta, ribaltandoli e facendoli vorticare e luccicare. Ecco quindi
costruirsi un trio, com’è tipico nella produzione del regista losangelino: al
fianco del good good boy Casper
abbiamo Sluggo (Molly Brenner) amica lesbica e post-punk e Miles, skater boy (in incognito toy-boy della madre manager di Casper). Parte
così il viaggio nell’ambiente situazionista che Araki ha creato per i suoi
ragazzi: un party alla fine del mondo con i Chemical Brothers come DJ, classi
di cinematografia guidate da professori in pantaloni di pelle, un negozio di
dischi dove lavorare dopo la scuola (frequentato da Michael J. Anderson, il
nano di Twin Peaks, folle e armato),
un bus della scuola guidato da una autista alcolizzata.
Purtroppo
non ci resta che questa scheggia baluginante e non sappiamo – se non per pochi
secondi di anticipazioni alla fine della puntata – cosa Gregg Araki ci avrebbe
riservato. This Is How The World Ends
chiude un periodo nella produzione di Araki che muoverà verso una
cinematografia più matura e di più ampio respiro. Questa, però, è un’altra
storia.
non ne sapevo niente di questo pilot...
RispondiEliminapeccato che poi la serie non sia andata in porto, ne sarebbe potuta uscire una figata.
Esatto, chissà che cosa avrebbe potuto fare Araki con un'intera serie!
RispondiElimina