Con Millennium (1996-1999) Chris Carter amplia l'universo di X-Files (già celebrato come fenomeno globale negli anni precedenti) traghettandolo verso
la maturità. Lo fa attraverso la scelta di un protagonista, Frank Black -
interpretato dal mitologico Lance Henriksen - più anziano del giovane e spesso
impulsivo Fox Mulder, sposato e padre di una bellissima bambina. In Frank Black
è sì presente l'intuizione di Mulder ma ausiliata dall'esperienza, il nostro è
infatti un ex agente dell'FBI che lavora come consulente del gruppo Millennium,
di cui fanno parte i migliori esperti nei diversi campi dell'indagine
criminale. Il gruppo è per Frank una rete di sostegno esperienziale (metafora
del World Wide Web), una tribù-comunità con cui Frank comunica continuamente
attraverso un personal computer collegato alla rete (come l'ufficio di Mulder
anche il sottoscala di casa Black è diventato un luogo seriale di culto).
Millennium muove dall'Apocalisse di Giovanni, in cui la fine del mondo, il Giudizio Universale, è
anticipata dal Regno dei mille anni. La matrice
millenarista è messa in scena da Chris Carter tramite rivelazioni di puntata in
puntata, soprattutto di stagione in stagione. Nella prima Frank Black, che
possiede il dono di vedere "il male", di identificarsi con lo sguardo
dei più violenti e malati assassini, è alle prese con la scellerata
rappresentazione della depravazione umana in tutte le sue forme, declinata
nella serie attraverso l'aumentare di delitti e violenze. Frank utilizza il suo dono per stilare un profilo dei diversi
soggetti criminali (operazione svolta in X-Files
da Mulder) mettendone in luce appetiti e prerogative in modo da
anticiparne le mosse.
Dalla midseason in poi
si fa più evidente la natura esoterica e simbolica della serie con l'avvento di
figure umbratili, impalpabili e ferine, rappresentazione del combattimento
escatologico che sembra stia per scatenarsi nell'ambiente suburbano di Seattle,
dove la serie è ambientata.
Particolare menzione meritano gli episodi: 1.11 Loin like
a hunting flame in cui tutti i catecumeni avantpop riconosceranno
l'ambientazione all'interno dell'Università di Boulder (dove il movimento Avant-Pop è nato per opera di Mark Amerika) e dove viene messo in scena il
peccato originale, con due cadaveri coperti solo da foglie e una mela morsicata
fra i corpi ritrovati all'interno dell'Orto Botanico; l'episodio 1.15 Walkabout in
cui Frank vede la sua corazza monolitica cedere quando scopre di essersi
sottoposto a un oscuro esperimento per testare un nuovo farmaco psicotropo per
allontanare le allucinazioni. L'idea di questo episodio è magistrale: la
realizzazione di un doppelgänger chimico attraverso due molecole isomeriche.
Infine per l'introduzione di uno dei personaggi più rilevanti di
tutta la serie meritano menzione l'episodio 1.16 Lamentation in cui facciamo la conoscenza dell’Uomo-dai-capelli-lunghi,
figura apparentemente sovrannaturale che incarna il male assoluto e dell'umbratile
Lucy Butler che con lui sembra avere una strana correlazione. Mentre Frank deve
piangere la morte di un amico e la sua famiglia è messa in pericolo da uno stalker
che fotografa la sua casa e la sua famiglia inviando a Frank delle Polaroid, la
serie si avvia verso nuovi e più mistici territori d’indagine del male...
Nessun commento:
Posta un commento