Mondo Trasho è il primo
lungometraggio di John Waters. Il
regista di Baltimore si presenta sulla scena insieme alla scatenata banda dei Dreamland, un gruppo di amici con cui
realizza le prime pellicole della sua carriera, quelle più sfrontate, violente
e terroristiche (diremo a posteriori, confermati da A morte Hollywood). La gang dei Dreamland attraverso l'uso di un
simbolismo demoniaco derivato da Kenneth Anger mette in scena una necessità di
espressione “altra”, che esagera i simboli della borghesia (lezione mutuata e
normalizzata poi dall'industria della moda), dissemina il rassicurante
territorio suburbano di mostruosità, depravazioni, visioni lisergiche, blasfeme
e fiabesche. Waters in Mondo Trasho
dichiara tutti i suoi amati modelli: il già citato Kenneth Anger nell'appeal demoniaco del viaggio di Mary
Vivian Pearce (che indossa una delle camicie di John Waters e neanche a dirlo
legge Hollywood Babilonia), nell'uso
dell'accostamento postmoderno di brani di classica, d'opera lirica e sfrenato
rock'n roll come commento totalizzante al posto del dialogo in presa diretta. Jack Smith, Il vero e unico maestro dell'underground americano, citato in Mondo
Trasho attraverso le note di camp
esotico (nel tempo e nello spazio), nell'indugio sul dettaglio fisico, nel
travestitismo. Pier Paolo Pasolini soprattutto in merito al rapporto con la
simbologia religiosa e sovrannaturale e infine a Andy Warhol (i cui tratti fisiognomici sono
ripresi nella figura dell'autostoppista nudo) in merito alla composizione
dell'immagine, alla mitopoiesi della bad girl
Divine e alle azioni ripetute nel tempo (es.: The bombshell che attende
l'autobus alla fermata).
Come a voler anticipare tutta la filmografia futura di Waters, quello di Mondo Trasho è un
racconto flâneur allucinato e mistico ibridato alla fiaba
postmoderna (Cenerentola, Il mago di Oz), all'horror e ai film sulla delinquenza giovanile.
Nella stessa pellicola - che strizza l'occhio al genere dei "Mondo" dei
midnight movies - convivono una
cenerentola feticista (cos'era il principe alla ricerca di una donna cui far
calzare la scarpetta se non un foot
feticist?), un chirurgo orrifico (totalmente vestito di nero, mascherina
compresa) che dopo essersi iniettato eroina in vena (l'attore David Lochary lo
fa davvero di fronte alla telecamera di Waters, N.d.R.) trapianta pollame morto
al posto dei piedi alla woman in trouble Mary Vivian Pearce, rendendola
post-umana e metafora di diversità, e ancora una bad girl en-travesti che invoca la Madonna urlando «Oh Mary teach
me to be DIVINE!».
In Mondo Trasho Waters e
i Dreamland danno voce e visibilità alle frange esiliate e scomode della realtà
suburbana, rifiutate e costrette all'invisibilità (vedi finale), infine tramite un uso armato del simbolo e della metafora mettono in
luce la natura campy e
pericolosamente esagerata della mitologia religiosa cristiana.
Lo stupro di Divine a opera di un uomo travestito da donna è epico. Ma mi sa che mi sbaglio con Multiple maniacs. Si si. Perchè poi dopo c'è tutto il rosary job in chiesa. Vabbè ricordiamo anche quello, tanto per rimanere in tema religione
RispondiEliminaTi riferisci ad altri due film di John Waters:
RispondiElimina1. Lo stupro di Divine a opera di... Divine (unica volta in cui Harris Glenn Milstead ricopre un ruolo maschile in una pellicola di JW) avviene in "Female Trouble".
2. Il rosary job è invece praticato a Divine da Mink Stole in "Multiple Maniacs".
Nei prossimi giorni arriveranno le recensioni di entrambi i film.