giovedì 24 novembre 2011

A morte Hollywood di John Waters (2000)


La rivolta del cinema underground è totalizzante e assoluta. Questo è libero, vitale, orgasmico, vorace. È in grado di sconvolgere (leggi riprendere) – complice l'estetica del «primo ciak» - la pericolosa e anestetizzante banalità del mondo reale, dove le vittime sono comparse e la lotta fra le tribù di cinefili è all’ultimo sangue. Da queste premesse prende forma Cecil B. Demented* (da noi noto con il titolo di A morte Hollywood) in cui John Waters mette in scena la lotta del cinema indipendente nei confronti delle livellate, innocue (e perciò pericolose) pellicole delle major. Un cinema che non ha il diritto di definirsi tale, da sempre somministrato al pubblico accompagnato dal nauseabondo e orripilante slogan di «film per tutti». La vicenda si svolge, ça va sans dire, a Baltimore: il centro caleidoscopico di tutto l’universo cinefilo di John Waters, che muove dagli steccati bianchi della scellerata zona suburbana di Polyester e La signora ammazzatutti verso un'operazione cinefilo-terroristica in fieri.


Le “Emulsioni Scadute” – riproposizione sul grande schermo dei leggendari Dreamland: la reale factory di John Waters – capeggiate dal folle e visionario Cecil B. Demented (Stephen Dorff) rapiscono la star del cinema mainstream Honey Whitlock (Melanie Griffith) per costringerla a recitare nella pellicola a cui stanno lavorando. La troupe è costituita da undici feticci, personaggi-metafore incarnazione della visione di altrettanti registi indipendenti i cui nomi le Emulsioni Scadute portano tatuati addosso: Otto Preminger (lo stesso Cecil), Andy Warhol, Herschell Gordon Lewis (un allucinatissimo Adrian Grenier), David Lynch, Kenneth Anger (tatuato sul petto della satanica e dolce Raven interpretata da Maggie Gyllenhaal), Pedro Almodóvar (con cui Waters ha una vera e propria gemellanza di intenti e ossessioni), Rainer Werner Fassbinder, William Castle, Spike Lee, Sam Peckinpah, Samuel Fuller.
Nel delirio saturo e camp (sul volto di Honey sembra essersi sciolto il trucco espressionista creato da Van Smith per la compianta Divine) della poiesi del proprio film Cecil e le sue Emulsioni Scadute si scontreranno contro il terribile bacino degli spettatori mainstream che a colpi di slogan metteranno in seria difficoltà la ciurma di cineasti salva solo grazie all'aiuto del “pubblico di nicchia” riemerso dai cinema porno e dai piccoli cinema che proiettano b-movie per supportare i propri paladini. Facile poi provare disgusto insieme a Demented (… forever!) per l’atteggiamento di sceneggiatori, produttori e attori hollywoodiani sempre pronti a rinnegare le pellicole a cui stanno lavorando (come un parossistico Forrest Gump 2) di fronte a un’arma, giustificando la loro presenza sui set delle major soltanto per il denaro.

Recuperiamo orsù questa perla del cinema di Waters diventata negli anni un cult da vedere e rivedere, una versione militante di The Rocky Horror Picture Show pronta a ispirare le azioni di vecchi e nuovi spettatori.

* Titolo in cui il nome del produttore e regista simbolo della prima Hollywood Cecil B. De Mille viene degradato tramite un gioco di parole a «Cecil B. Demente».


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