Ne sono convinto, è stata la seconda stagione di Desperate Housewives a consacrare il serial nell'empireo dell’immaginario pop televisivo di culto. Se la prima stagione ci aveva presentato uno scenario post Peyton Place, cartonato, a celare orribili segreti e piccole imbarazzanti manie familiari, la seconda stagione si spinge più in là sul territorio dei generi. Gioca con gli stilemi del pulp e del thriller piuttosto che con i toni del racconto rosa e della commedia.
Un anno è passato dalla morte di Mary Alice e a Wisteria Lane sono arrivati dei nuovi vicini: i perfetti e autoreferenziali Applewhite, Betty (Alfre Woodard), una black mama versione upper class e suo figlio Matthew (Mehcad Brooks). Ma a Wisteria Lane si sa, c’è dell’orrore dietro ogni steccato e presto le nostre casalinghe inizieranno ad avvertire strani rumori provenire dalla cantina dei nuovi e cordiali vicini: catene strusciate sul pavimento, tonfi, lo scudiscio del cuoio sulla pelle e - ovviamente - urla soffocate. Magistrale la scena in cui Betty cerca di mascherare i rumori “molesti” suonando una marcia al pianoforte e quanto vorremmo rivedere ancora i suoi sguardi enigmatici e frustrati nei confronti della cordialità di Bree, Susan e Lynette. Man mano che la serie si snoda lungo i suoi ventiquattro episodi faremo la conoscenza del terzo “coinquilino” di casa Applewhite: una sorta di gobbo di Notre Dame dagli insani appetiti che, come nella migliore tradizione slasher, metterà in pericolo i giovani e pruriginosi figlioli di Wisteria Lane.
Parallelamente al “mistero della serie” si evolvono e si approfondiscono i caratteri delle protagoniste: Bree “vedova” di Rex deve fare i conti con la suocera sospettosa e con l’odio assoluto dei figli (Andrew in particolare rivelerà tutto il suo carattere disturbato indotto da anni di pseudo-perfezione conservatrice perpetrati dalla madre), Lynette arranca al lavoro sommersa da una caterva di pargoli (compreso Tom, il marito beota), Susan deve vedersela ancora una volta con Edie e con l’oscuro passato di Mike che nell'ultima puntata incontrerà lo sguardo allucinato di Orson Hodge (Kyle McLachlan) Il dentista che tanto oggi amiamo. Orson dopo aver provocato un orribile incidente all'idraulico di Wisteria Lane andrà a porgere un mazzo di gardenie direttamente nelle mani di Bree…
In definitiva una stagione sfiziosa, con sapidi tocchi camp (come vuole il suo creatore Marc Cherry) da rivedere, magari, durante le fredde serate di fine autunno.
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