Quentin Tarantino debutta nel cinema realizzando la sua versione di Rapina a mano armata, in cui la narrazione ruota intorno a un colpo (che non vedremo mai) e agli effetti di questo su un gruppo di malviventi in black suit. Attorno all'evento fuori campo Tarantino costruisce un universo composito, deliziosamente pop in cui il crimine incontra la everyday life suburbana e musica e cinema si diluiscono in dialoghi, azioni e intenzioni. Le iene – già prima di Pulp Fiction – contiene stilemi e direzioni che faranno letteralmente scuola per tanto cinema (e ripetiamo narrativa) a venire, per la verità non sempre con risultati all'altezza del modello: humor nero, decostruzione del tempo del racconto, riferimenti alla popular culture, al noir inteso come genere e immaginario, alla Nouvelle Vague (principalmente Godard).
Nota particolare merita la citazione - mai fine a stessa ma letteralmente venerata - che qui si materializza in un continuo gioco alla riedizione: i completi neri richiamano The Blues Brothers e il finale di A better Tomorrow II di John Woo, la scena più violenta del film in cui lo psicopatico Mr.Blonde taglia l’orecchio a Marvin richiama sia Milano Calibro 9 di Fernando di Leo che The Shogun Assassin di Kinji Fukasaku ma moltissimi altri riferimenti possono essere recuperati - e lo sono stati - da cinefili e appassionati sparsi per tutto il globo.
Le iene – amatissimo in Europa e riconosciuto come pellicola rivoluzionaria al Sundance Film Festival – sancisce un nuovo inizio, “un domani migliore” per l’arte cinematografica. Oggi, dopo Bastardi senza gloria, possiamo ben dire che Quentin Tarantino continua – con successo e inventiva – a mostrare le nuove direzioni del cinema migliore.
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