martedì 8 maggio 2012

Nip/Tuck: crudezza estetizzante e famiglia customizzata


«Ci dica cosa non le piace di se stesso». Per sei stagioni abbiamo seguito i consulti dei chirurghi plastici Sean McNamara (Dylan Walsh) e Christian Troy (Julian McMahon), introdotti dalla frase di rito che presentava ai due medici (e agli spettatori dello show) i desideri, le aspirazioni e le ossessioni dei pazienti desiderosi di mutare il proprio Io attraverso la modificazione e la manipolazione dell’aspetto fisico. Ognuno dei cento episodi di quella che a buon diritto è considerata una serie di culto, prende il titolo dal nome del personaggio che richiede l’intervento dei due chirurghi. Sean e Christian, specularmente, riflettono e proiettano le scelte e le ossessioni dei pazienti nella propria, incasinatissima, vita privata. Il makeover è verbo, è totalizzante ed è alla base di una visione della realtà che tende a celare oscurità, bruttura e imperfezione sotto la caduca superficie del proprio corpo. 
Le sei stagioni (2003-2010) di Nip/Tuck hanno visto saldamente al timone della serie il creatore Ryan Murphy (oggi padre di Glee e American Horror Story) che ha garantito un’evoluzione dei personaggi coerente con l’idea iniziale. Christian e Sean rappresentano la coppia intorno a cui si muove e si evolve una scellerata famiglia customizzata. Il primo è estroverso, cinico, epicureo, vittima sessuale del padre durante l’infanzia sfoga il trauma con una sovraesposizione sessuale e godereccia che lo porterà a mettere incinta persino la moglie del suo compagno di vita, il morigerato e insicuro Sean. Al centro del ménage à trois Julia (interpretata dalla sempre più stupenda Joely Richardson), madre e moglie frustrata (ha lasciato gli studi di medicina a causa di una gravidanza), porterà sull’orlo della follia i propri figli: Annie (che da adolescente inizierà a nutrirsi solo dei capelli che si strapperà dalla testa), Matt (che finirà a rapinare i negozi di Venice Beach truccato da mimo) e il piccolo Conor che vivrà convinto di aver provocato il divorzio dei genitori. Menzione particolare meritano l’anestesista Liz Cruz (Roma Maffia), unica ancora di sensibilità e coerenza nella tempesta di immonde azioni e intenzioni del duo di chirurghi, e la pornostar Kimber Henry (Kelly Carlson), vittima sacrificale predestinata da immolare sull’altare del desiderio edonistico e solistico eretto da Christian.

«Ci dica cosa non le piace di se stesso».
Per tutte le sei stagioni, ogni episodio ha rappresentato per gli spettatori un viaggio estremo nei nerissimi territori delle pulsioni, delle nevrosi e delle paure più orribili partorite dalla mente umana. La soluzione proposta dai due chirurghi è la stessa che il medico e taumaturgo Baltazar Cherbonneau propone a Octave de Saville in Avatar di Gautier: cambiare il proprio aspetto per assecondare i propri demoni e finalmente guarire. Come Octave de Saville anche i pazienti della McNamara/Troy impareranno che per sfuggire al proprio malessere a nulla serve non riconoscere più l’immagine che si vede allo specchio.
Durante le sei stagioni Sean e Christian affronteranno la follia omicida di alcuni individui disfunzionali, attirati dai bisturi baluginanti alla luce delle lampade scialitiche: il boss Escobar Gallardo, il Macellaio, un folle chirurgo plastico senza il pene (a causa di un disturbo dello sviluppo sessuale, il deficit di 5-alfa-reduttasi) che sfregia le donne a colpi di bisturi, la femme fatale Ava Moore (la meravigliosa Famke Janssen), un’ape regina che non ha remore a lasciarsi dietro il cadavere decomposto del figlio, James LeBeau, un’elegante e agé donna d’affari impiegata nel traffico d’organi, Colleen Rose, la finta agente di spettacolo che uccide riempiendo le proprie vittime di imbottitura per peluche… Una discesa agli inferi che dal dedalo culturale e edonistico di Miami porta alla nerissima Los Angeles, non a caso ribattezzata da Kenneth Anger «Hollywood Babilonia».
Nip/Tuck è passata alla storia per alcune peculiarità: la crudezza estetizzante degli interventi (sempre accompagnati da un brano musicale scelto ad hoc) e le guest star che negli anni si sono avvicendate sul set, tra cui Vanessa Redgrave (la scellerata genitrice di Julia), Rose McGowan (Teddy “la vedova allegra”), Portia De Rossi (l’amante lesbo di Julia), Annalynne McCord (che tenterà di uccidere la moglie di Sean con una dieta al mercurio), Bradley Cooper (nella parte di un attore nell’inserto metatelevisivo della quinta stagione), Mario Lopez (il giovane e bell’antagonista di Christian durante l’ultima stagione), Alanis Morisette, Jacqueline Bisset (James LeBeau), Brooke Shields, Rebecca Gayheart, Joan Rivers (nei panni di se stessa, ovvio) e Rosie O’Donnell.

Nessun calo qualitativo da registrare per tutta la durata di Nip/Tuck che chiude con una season finale ad alto tasso emotivo, in cui as usual tutto è distrutto e ricostruito sotto altra forma. Come direbbe Christian: che piaccia o no, baby, è stata sempre e solo una questione di makeover.

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