sabato 12 luglio 2014

Grindhouse - A prova di morte di Quentin Tarantino (2007)



Oggi sappiamo che l’unico errore commesso è stato quello di assecondare l’entusiasmo incontenibile di Quentin Tarantino nel commercializzare il progetto così com’era nato: omaggio agli scomparsi cinema «grindhouse», in double feature. Far uscire in un’unica soluzione A prova di morte, girato da Quentin Tarantino stesso e Planet Terror di Robert Rodriguez, in una lunga proiezione di 190 minuti è stato non solo un fiasco al botteghino ma ha persino messo in discussione la qualità dell’episodio di Tarantino (cosa che non è accaduto per l’altrettanto costoso ma di più immediato gradimento Planet Terror). In realtà la successiva uscita in sala separatamente (con l’aggiunta di sequenze inizialmente eliminate) e l’home video (mosso dall’ampio fandom che negli anni si è raccolto intorno al film) hanno permesso un ampio recupero delle somme investite ma soprattutto hanno portato a una rivisitazione dei giudizi negativi avuti dopo la prima uscita.
In Italia Grindhouse – A prova di morte è uscito singolarmente e non posso non ricordare sorridendo l’entusiasmo stratosferico e l’incredibile energia che ha attraversato la sala durante la proiezione del film, soprattutto durante il finale. In A prova di morte Tarantino libera non solo le sue ormai conosciute e amate ossessioni ma cosa davvero importante realizza una reboante e spassosissima visione cinematografica attraverso i suoi due strumenti principe: una regia spregiudicata e multiforme e dialoghi entusiasmanti ed esplosivi.

I due segmenti che a loro volta compongono A prova di morte sono contrapposti e risolutivi, il primo ambientato ad Austin, in Texas (stessa ambientazione di Planet Terror) è notturno e disturbante quanto il secondo, ambientato a Lebanon, Tennessee, è invece diurno e liberatorio. Entrambi sono cementati da un’inarrivabile coolness che sembra pervadere persino la più lontana delle comparse. Dalla celebrazione dei piedi femminili ai feticci cinematografici, dai dialoghi - con incursioni metacinematografiche come quella di Marcy che recita l’abbordaggio a Butterfly per ottenere la lap dance* – alla stratosferica colonna sonora rock e soul che richiama l’approccio di Punto zero (citato più volte nella pellicola), senza dimenticare le auto: la Chevrolet Nova del 1971 e la Dodge Charger guidate da Stuntman Mike (Kurt Russell), la Mustang del 1972 di Kim (che sfoggia i colori del Pussy Wagon della Sposa) e infine la leggendaria Dodge Challenger del 1970 mutuata, ça va sans dire, da Punto Zero. Tutto ciò rende la visione di A prova di morte estremamente iconica. La pellicola ha un aspetto graffiato e offre un montaggio a volte tagliuzzato e saltellante come spesso avveniva nelle visioni exploitation dei cinema grindhouse, questi difetti in A prova di morte si offrono come soluzioni diegetiche utili a intensificare le sensazioni di disagio e paura nello spettatore. Ne è un esempio lo stacco di camera sulla stessa scena stradale dopo il dialogo in macchina fra Jungle Julia (Sydney Tamiia Poitier), Arlene (Vanessa Ferlito) e Shanna (Jordan Ladd), con l’auto di Stuntman Mike che le segue non vista. 

Tutto il segmento ambientato al Texas Chili Parlor merita particolare attenzione per l’uso delle luci e la loro presenza all’esterno del bar sottoforma di fari piuttosto che di insegne al neon. Uno studio ad hoc che rende ogni inquadratura una visione pop destinata a rimanere nell’immaginario dello spettatore. Come dimenticare poi il movimento di camera intorno alla lap dance di Arlene che richiama i 360° intorno alla tavola del diner de Le Iene, lo sguardo in camera di Mike prima di mettersi in moto e l’incidente ripreso e ripetuto dal punto di vista di ogni ragazza. 

In definitiva Grindhouse - A prova di morte è senz’altro quel «film coi fiocchi» che Tarantino aveva annunciato e che pur muovendo da un’idea locale come quello del grindhouse, grazie al montaggio «europeo» (eseguito per Cannes 2007, dopo la prima uscita in double feature con Planet Terror) ha raggiunto un numero incredibile di spettatori entusiasti in tutto il mondo.


Salute Butterfly/ Il bosco è magnifico, profondo all'imbrunire e io ho promesse da mantenere e miglia da percorrere prima di dormire/ Mi hai sentito Butterfly?/ Miglia da percorrere prima di dormire/

2 commenti:

  1. film divertentissimo e geniale.
    il più sottovalutato di tarantino

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    1. Sono daccordo Marco, davvero a torto sottovalutato, è uno dei miei preferiti e lo rivedo sempre con entusiasmo!

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