Oggi sappiamo
che l’unico errore commesso è stato quello di assecondare l’entusiasmo
incontenibile di Quentin Tarantino nel commercializzare il progetto così com’era
nato: omaggio agli scomparsi cinema «grindhouse», in double feature. Far uscire in un’unica soluzione A prova di morte, girato da Quentin
Tarantino stesso e Planet Terror di
Robert Rodriguez, in una lunga proiezione di 190 minuti è stato non solo un fiasco
al botteghino ma ha persino messo in discussione la qualità dell’episodio di
Tarantino (cosa che non è accaduto per l’altrettanto costoso ma di più
immediato gradimento Planet Terror). In
realtà la successiva uscita in sala separatamente (con l’aggiunta di sequenze
inizialmente eliminate) e l’home video (mosso dall’ampio fandom che negli anni si è raccolto intorno al film) hanno permesso
un ampio recupero delle somme investite ma soprattutto hanno portato a una
rivisitazione dei giudizi negativi avuti dopo la prima uscita.
In Italia
Grindhouse – A prova di morte è uscito singolarmente e non posso non ricordare
sorridendo l’entusiasmo stratosferico e l’incredibile energia che ha
attraversato la sala durante la proiezione del film, soprattutto durante il
finale. In A prova di morte Tarantino
libera non solo le sue ormai conosciute e amate ossessioni ma cosa davvero
importante realizza una reboante e spassosissima visione cinematografica
attraverso i suoi due strumenti principe: una regia spregiudicata e multiforme
e dialoghi entusiasmanti ed esplosivi.
I due
segmenti che a loro volta compongono A
prova di morte sono contrapposti e risolutivi, il primo ambientato ad
Austin, in Texas (stessa ambientazione di Planet
Terror) è notturno e disturbante quanto il secondo, ambientato a Lebanon,
Tennessee, è invece diurno e liberatorio. Entrambi sono cementati da un’inarrivabile
coolness che sembra pervadere persino
la più lontana delle comparse. Dalla celebrazione dei piedi femminili ai
feticci cinematografici, dai dialoghi - con incursioni metacinematografiche come
quella di Marcy che recita l’abbordaggio a Butterfly per ottenere la lap dance* – alla stratosferica colonna
sonora rock e soul che richiama l’approccio di Punto zero (citato più volte nella pellicola), senza dimenticare le auto: la Chevrolet Nova del 1971 e la Dodge Charger guidate da Stuntman Mike (Kurt Russell), la Mustang del 1972 di Kim (che sfoggia i colori del Pussy Wagon della Sposa) e infine la leggendaria Dodge Challenger del 1970 mutuata, ça va sans dire, da Punto Zero. Tutto ciò rende la
visione di A prova di morte estremamente iconica.
La pellicola ha un aspetto graffiato e offre un montaggio a volte tagliuzzato e
saltellante come spesso avveniva nelle visioni exploitation dei cinema grindhouse, questi difetti in A prova di morte si offrono come
soluzioni diegetiche utili a intensificare le sensazioni di disagio e paura
nello spettatore. Ne è un esempio lo stacco di camera sulla stessa scena
stradale dopo il dialogo in macchina fra Jungle Julia (Sydney Tamiia Poitier), Arlene (Vanessa Ferlito) e Shanna (Jordan Ladd), con l’auto
di Stuntman Mike che le segue non vista.
Tutto il
segmento ambientato al Texas Chili Parlor merita particolare attenzione per l’uso
delle luci e la loro presenza all’esterno del bar sottoforma di fari piuttosto
che di insegne al neon. Uno studio ad hoc
che rende ogni inquadratura una visione pop destinata a rimanere nell’immaginario
dello spettatore. Come dimenticare poi il movimento di camera intorno alla lap
dance di Arlene che richiama i 360° intorno alla tavola del diner de Le Iene, lo sguardo in camera di Mike prima di mettersi in moto e l’incidente
ripreso e ripetuto dal punto di vista di ogni ragazza.
In
definitiva Grindhouse - A prova di morte
è senz’altro quel «film coi fiocchi» che Tarantino aveva annunciato e che pur
muovendo da un’idea locale come quello del grindhouse, grazie al montaggio «europeo»
(eseguito per Cannes 2007, dopo la prima uscita in double feature con Planet
Terror) ha raggiunto un numero incredibile di spettatori entusiasti in
tutto il mondo.
* Salute Butterfly/ Il bosco è magnifico, profondo all'imbrunire e io ho promesse da mantenere e miglia da percorrere prima di dormire/ Mi hai sentito Butterfly?/ Miglia da percorrere prima di dormire/
film divertentissimo e geniale.
RispondiEliminail più sottovalutato di tarantino
Sono daccordo Marco, davvero a torto sottovalutato, è uno dei miei preferiti e lo rivedo sempre con entusiasmo!
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