Abbiamo assistito al loro revival all’interno della cerimonia di chiusura delle Olimpiadi di
Londra 2012, in sella a scooter Vespa e Lambretta, modificati e arricchiti da
specchietti e impalcature metalliche, hanno accompagnato l’esibizione degli
Who. Stiamo parlando dei mod, in completo e parka d’ordinanza. In realtà l’unica, grande, fotografia della
cultura mod rimane Quadrophenia, pellicola di Franc Roddam ispirata al concept album
omonimo degli Who, presenti nel
progetto cinematografico come produttori esecutivi.
Siamo a Londra, è il 1965, bande di mod scorazzano
per i sobborghi della città su splendidi scooter italiani modificati. Il loro è
un atteggiamento di rottura nei confronti dell’alienazione senza remissione del
mondo adulto, il rifiuto di ogni forma culturale e sociale del passato è per i
mod netto e conclamato. All’aplomb british,
azzimato e grigio sostituiscono un atteggiamento vitale, elegante e sopra le
righe. I ragazzi hanno elaborato un codice sartoriale preciso e spendono tutti
i propri risparmi in eccentrici completi dal taglio italiano, colorati e asciutti,
protetti durante le scorribande notturne dai ampi parka rubati agli scooter boy. Jimmy (Phil Daniels) è un giovane fattorino, vive immedesimando
totalmente se stesso nella cultura mod. l’identificazione per Jimmy è totale,
supera gli oggetti di consumo che connotano la subcultura per farsi ideologia.
Per Jimmy, il gesto più semplice compiuto durante la giornata deve essere mod, sfrontato, di rottura.
Ossessionato dal senso di appartenenza, Jimmy, tiene a bada le sue nevrosi (il
personaggio è ispirato al protagonista quadru-schizofrenico
dell’album degli Who) incanalandole nelle ricerche ai limiti della legalità di
sostanze lisergiche insieme alla sua gang, in balli convulsi e disarticolati
alle feste, nella contemplazione di immagini fotografiche di giovani naiadi da
reclame.
Jimmy il mod fra due sir della City. |
L’idea della cultura mod di Jimmy, che per inteso è un’idea
politica, ora si scontra con la realtà che i suoi compagni hanno costruito.
Questi ultimi sono solo dei rebel without
a cause. Per Jimmy è ormai chiaro che l’essere mod è una scelta estetica e
iconografica piuttosto che ideologica e politica. Abbandonata la riot, la sommossa, la distruzione del
centro di Brighton all’urlo di «We are mods!» Tutti, anche il monolitico Ace, torneranno di buon grado alla working class way of life. Solo Jimmy,
in preda a crisi sempre più profonde, acuite dal fallimento ideologico, deciderà
di intraprendere un viaggio au rebours,
operando in maniera radicale sulla sua vita: lascia il lavoro, la famiglia, abbandona
persino il suo scooter sul ciglio della strada dopo averlo distrutto in un
incidente. Infine, asciugata la figura dentro il suo completo migliore e imbottito
di anfetamine torna a Brighton (iconica l’immagine di Jimmy in perfetta tenuta
mod seduto sul treno fra due sir).
L’epifania aerea e concettuale che chiude la storia
di Jimmy nell’album degli Who, assume nella trasposizione cinematografica, i
connotati capitali di una scelta. Franc Roddam vuole che essa sia per Jimmy IL punto di rottura e per questo costruisce una lunga sessione in crescendo,
una catartica corsa in Lambretta sulla scogliera, in cui Jimmy metabolizza la
terribile delusione ricevuta dall’idea mod.
Quadrophenia,
in definitiva, riesce non solo a rappresentare,
come finora nessuno è stato capace di fare, la cultura mod, ma amplia e
distilla visivamente l’immaginario costruito dagli Who nel già meraviglioso album omonimo.
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