È il 1990 e la Twin Peaks mania dilaga. Continuano con ventidue nuovi episodi le vicende dell'agente Cooper nell'immaginaria cittadina dei picchi gemelli. A questo punto è ormai evidente che la serialità è diventata per David Lynch un modello ideale di narrazione. Questa formula consente una grande licenza narrativa: la possibilità di continuare all’infinito, per esempio, senza mai rivelare l’autore dell’omicidio di Laura Palmer (possibilità che purtroppo non si concretizzerà). Non ci stupisce che l'idea abbia affascinato Lynch, ricordiamo a questo proposito i finali aperti o tendenzialmente infiniti di Eraserhead o di The Grandmother.
Con la seconda stagione i personaggi si evolvono naturalmente: l’agente speciale Cooper rimane in città dopo aver scoperto l’assassino di Laura (e Maddy), per affrontare la decostruzione del proprio ruolo di agente dell’FBI (a cui fa eco una riscrittura della detection storty più che mai vicina alle suggestioni de Ai confini della realtà) e del metodo induttivo di cui tanto si è servito durante la prima stagione. A incarnare la nemesi di Cooper sarà Windom Earle, suo vecchio compagno all’FBI, ora squilibrato assassino affascinato dalle scienze occulte (in particolare l’esoterismo tibetano). Earle inizierà a uccidere secondo un piano prestabilito, un vero e proprio gioco a cui Cooper sarà obbligato a partecipare per porre fine alla spirale di follia che prima o poi risucchierà anche le persone a lui più vicine. I contorni si faranno presto indefiniti, spostando gli eventi in una dimensione “altra”, un universo occulto e inimmaginabile nel quale perdersi è facile come schioccare le dita.
Windom Earle |
Decine di trame limitrofe si svolgeranno a fianco della principale, in un gioco al recupero e alla citazione che riproporrà al grande pubblico relitti culturali quali la soap opera à la Dallas (nelle vicende riguardanti il progetto Ghostwood di Benjamin Horne e Catherine Martell), torbide vicende familiari (il dottor Hayward è il vero padre di Donna?) e il sovrannaturale, con le indagini del maggiore Briggs e di Dale Cooper. Indagini che porteranno prima alla scoperta della Caverna del Gufo e poi della misteriosa Loggia Nera, con la sua ormai nota Camera Rossa.
La fine prematura di Twin Peaks lascia insolute molte domande e le voci su un possibile finale alternativo hanno letteralmente scatenato la fantasia degli appassionati. L’uscita de Il diario segreto di Laura Palmer (scritto dalla figlia di David Lynch, Jennifer) e del film Twin Peaks. Fuoco cammina con me hanno alimentato la mitologia della serie senza mai completarne il quadro epistemologico.
Personalmente concordo con quanto scritto da Aldo Grasso nel suo saggio Benvenuti ai confini della TV: I segreti di Twin Peaks è una doppia avventura […], i picchi gemelli, la Loggia Bianca e Loggia Nera, Laura e sua cugina Maddy a lei identica, Cooper e Diane, il nano e il gigante, testimoniano che diversità è anche identità.
Già, identità, o meglio ricerca della stessa, un percorso assai impervio, pieno di lati oscuri, voci evocative, nani che ballano e mostruosità celate ad arte dentro ognuno di noi.
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