«Chi ha ucciso Laura Palmer?».
Una frase di culto, un feticcio linguistico che continua a fare eco in blog, forum e siti di fan-fiction. Sono passati molti anni dalla prima messa in onda de I segreti di Twin Peaks (era il lontano 1991 quando fu proposta sulla rete regionale Italia 7 Gold) ma l’entusiasmo per la serie ideata da David Lynch e Mark Frost non accenna a diminuire, segno evidente che i veri capolavori raramente perdono smalto col tempo.
Tutti abbiamo sognato di prendere un caffé nero «come una notte senza luna» al Double-R-café insieme a Dale Cooper (Kyle MacLachlan) l’agente dell'FBI dal colorito ectoplasmatico, impegnato a sviscerare il mistero della morte di Laura Palmer, reginetta della scuola, benvoluta da tutta la comunità. Cooper cercherà di portare a termine il compito a colpi di meditazione trascendentale (praticata e portata nel mondo da Lynch) e visioni oniriche, che lo trasmigreranno in una dimensione ai confini della realtà, popolata da nani, giganti e da un olimpo di divinità sdrucite dall'aspetto suburbano.
L'agente Dale Cooper |
La serie, attraverso una galleria indimenticabile di personaggi, ricrea un microcosmo citazionistico che attinge dal grande cinema: Marlon Brando, Nathalie Wood, Meryl Streep. Operazione che crea nello spettatore un effetto straniante e divertito, introducendolo a una dimensione metafisica in cui “il vicinato”, “il quartiere” la neighborhood, ovvero noi, coloro che guardano, risultano trasfigurati dalla ctiazione e immersi in una matrice oscura facilmente ribaltabile. Se di giorno i cittadini di Twin Peaks sono rispettabili lavoratori e gente timorata e altruista (basti vedere le prime reazioni alla scomparsa di Laura), di notte si trasfigurano in ombre dagli oscuri segreti e dalle voglie più insane.
Cosa si cela nella cittadina che Michel Chion ha ribattezzato “Lynchtown”?
«A Lynchtown tutto è a portata di mano, tutto è vicino, tutti si conoscono, e tuttavia calata la notte, quante ombre si affollano alla porta delle sue casette; e quando i giovani appena risvegliati all'amore passeggiano sotto gli alberi che costeggiano i viali, si sentono, non poi troppo lontano, gli ululati dei lupi».
Interessante anche la commistione fra i generi, che si intersecano in un ibrido seriale mescolando noir e detection story (il mistero della morte di Laura attraverso le indagini del Dipartimento di Polizia di Twin Peaks), soap opera, horror e commedia, disorientando lo spettatore attraverso la proposta di scenari accattivanti e ambigui - degne di nota la fotografia nonché le musiche dell’immenso Angelo Badalamenti - in cui nulla è davvero ciò che sembra.
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