Con Pecker continua il percorso di
normalizzazione e adattamento alla contemporaneità iniziato da John Waters con l’uscita di Hairspray. Grasso è bello e continuato
con Cry Baby e in parte con La signora ammazzatutti. Un lavoro di
recupero nostalgico dell’estetica e dell’energia giovanile, un ritorno alle
origini, in parte autobiografico.
L’operazione rappresenta per l’esteta e «pope of trash» John Waters una sorta di rifugio:
quando la tua irriverente visione è ormai diventata mainstream non ti rimane
che cercare riparo. In questo caso il regista torna ancora una volta a
Baltimore, per ritrovare la quotidiana allure trashy che fu input per la sua attività artistica. Pecker condivide
parte della biografia di Waters, l’ossessione per il particolare ributtante, la
ricerca della stesso e la capacità di trovarlo, isolarlo e farne arte. Tutta la
sessione di opening è un
omaggio-antologia alla personale visione di Waters della zona suburbana di
Baltimore: due ratti che si accoppiano in un cassonetto dell’immondizia, una
donna che si depila con un rasoio sul bus, la sorellina iperattiva di Pecker
che sevizia una bambola, sua nonna che fa parlare una statuetta dalla Madonna
come un ventriloquo… Il messaggio è chiaro e ribadito dai tempi di Polyester: la suburbia è il nido dove è cresciuta e si è sviluppata una middle
class che ha normalizzato il grottesco, accettandolo come parte di sé, non
censurandolo (facendone infine arte grazie all’obbiettivo di Pecker). Si tratta
di una fauna campy - basta guardare
il negozio di abbigliamento della madre di Pecker, che finirà poi sulle pagine
di «VOGUE» - dedita al cattivo gusto,
orgogliosamente mainstream.
Waters fa sua la lezione di Walter Benjamin sulla
riproducibilità dell’opera d’arte, materializzandola nelle sessioni “guerrilla”
di Pecker e del suo fido aiutante cleptomane Matt. Sincopate sessioni di
attacco fotografico in cui realizzare scatti unici, di grottesca bellezza. Si
tratta di operazioni che ricordano quelle attuate in passato da Waters insieme
alla scatenata gang dei Dreamlanders (Mondo Trasho, Multiple Maniacs, il cult
assoluto Pink Flamingos) e che saranno
riprese nel prossimo film del regista: A morte Hollywood.
Walter Benjamin |
*Particolare
menzione meritano le apparizioni di Cindy Sherman nel ruolo di se stessa e dell’attrice
criminale (nonché amica del regista) Patricia Hearst nel ruolo di una
newyorkese assai procace.
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