La terza stagione di Millennium (1998-1999) è stata un’operazione complessa non supportata dalla
produzione e dal network Fox, che visto il drastico calo di ascolti (immane se
si pensa al successo della prima stagione) ha deciso di cancellare
prematuramente lo show, impedendogli così di avere un finale che si possa per
lo meno definire accettabile. Sarà Chris Carter, produttore e ideatore della
serie, a cercare una chiusura degli eventi attraverso la puntata crossover di X-Files intitolata proprio Millennium (7.04).
In quest’ultima stagione scopriamo che Frank Black,
ancora provato per la scomparsa della moglie Catherine, è tornato a lavorare
per l’FBI con l’intento di smascherare le reali e malevole intenzioni del
gruppo Millennium. Al suo fianco una nuova figura femminile (dopo Catherine e
Lara Means): Emma Hollis (Klea Scott) intuitiva, coraggiosa e giovane agente dell’FBI con
un terribile trauma alle spalle. Emma, prima al fianco di Frank e poi in prima
persona, inizierà a comprendere la portata delle terribili azioni del gruppo
Millennium, un’organizzazione che va sempre più delineandosi come una setta
millenarista sul modello di Aum Shinrikyo.
Una rete di individui impegnati su più fronti: scientifico (con
sperimentazioni all’avanguardia), sociale, politico, antropologico e culturale,
con lo scopo di provocare (e quindi controllare) un’Apocalisse che abbia i
connotati descritti dai testi sacri dell’ebraismo, della cristianità e del
buddismo. Il gruppo Millennium interpreta a suo modo le scritture ed esercita
un controllo che pare assoluto e tentacolare, impossibile da rimuovere.
La vera forza di questa stagione è però la continua
interpretazione degli eventi cui è chiamato lo spettatore. Come nel cinema di
David Cronenberg l’affidabilità e l’attendibilità della visione sono messe
continuamente in discussione, aumentando lo stato d’animo di terrore e
straniamento. Dobbiamo credere alle visioni mefistofeliche di Frank? Ce ne sono
state molte durante la seconda stagione e non mancheranno nemmeno questa volta.
Tornerà Lucy Butler (con un progetto di demoniaca maternità), all’interno del
gruppo troveremo il ferino Mabius e ci sarà pure posto per una strana famiglia
amante delle fiamme e delle possessioni. Insomma, come di Johnny, il
protagonista de La zona morta, anche
di Frank Black non possiamo esser certi. Se il gruppo Millennium è una setta
che costruisce situazioni ad hoc per condizionare le scelte di individui di cui
ritiene di avere bisogno, cosa dobbiamo pensare delle visioni di Frank? Degli
inviti che gli pervengono continuamente dalla Legione di Lucifero? Il finale
all’interno di X-Files sembra dar
ragione alla natura sovrannaturale degli eventi, ma non sarà mai possibile
esserne totalmente certi.
L'agente Emma Hollis |
Meritano particolare attenzione due episodi,
particolarmente riusciti dal punto di vista narratologico: Il doppio episodio
iniziale The Innnocents/Exegesis
(3.01, 3.02) e Matryoshka (3.14). Nel
primo sono raccontati gli esperimenti governativi (con l’ausilio del gruppo
Millennium) su un gruppo di telepati. Interessante notare come nella stanza
dove avvengono gli esperimenti dei telepati ci sia un grande occhio stilizzato
come quello che troviamo sulla fronte del Revok di Scanners, inoltre come nel film di Cronenberg anche qui abbiamo
l’uso paracinematografico del filmato storico-sperimentale. In Matryoshka invece è ricostruita la
storia recente del gruppo Millennium, rifondato nientemeno che da Clyde Tolson
e J. Edgar Hoover con lo scopo di creare un corpo scelto di agenti dell’FBI che
possano operare al di fuori dei confini della legge. I due sceglieranno come
simbolo un serpente che si morde la coda, dal famoso sogno-intuizione di Kekulé
sull’anello benzenico.
Nonostante la prematura soppressione della serie,
la terza stagione di Millennium conferma l’altissima qualità in termini di
scrittura che da sempre la connota. I ventidue episodi toccano i temi più
disparati: i massacri studenteschi (sul modello della Columbine High School),
il rapporto tra criminalità e horror vacui, la presunta influenza negativa del
cinema horror, la pedofilia, la droga, la Sindrome della Guerra del Golfo
(affrontata anche in X-Files), i messaggi
subliminali e, ovviamente, il terrorismo (grande spauracchio dal caso «Amerithrax» in poi). Proprio per questo motivo dispiace la prematura
chiusura di Millennium su un finale a
cliffhanger che non rende giustizia alla complessità di una serie in grado di
creare una vera e propria mitologia, persino più colta e suggestiva di quella
di X-Files.
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