giovedì 29 marzo 2012

Inseparabili di David Cronenberg (1988)


Dopo aver indagato la possibilità di commistione fra carne e tecnologia, di fusione fra individui e categorie fisiche David Cronenberg sceglie di lavorare al soggetto di un film tratto dal libro Twins di Bari Wood e Jack Geasland. Il romanzo si presta benissimo allo sviluppo di alcuni temi interessanti per Cronenberg, tra cui il rapporto tra narcisismo e schizofrenia e il «motivo della scelta degli scrigni», entrambi indagati dal padre della psicoanalisi Sigmund Freud. Inseparabili (titolo inglese Dead ringers) fornisce a Cronenberg la possibilità di confrontarsi con avanguardistiche tecniche fotografiche come il motion control e lo split screen dissimulato, queste permettono allo stesso attore di interpretare due ruoli diversi nella stessa scena. I protagonisti del film sono due gemelli (dead ringers, uguali sputati) ma Cronenberg vuole annullare il più possibile la separazione fra i due soggetti scegliendo di farli interpretare dallo stesso attore, Jeremy Irons che in Inseparabili ottiene una delle performance migliori di tutta la sua carriera. L’idea centrale della pellicola è quella di un unico corpo (con-diviso dai due fratelli) amante di se stesso. I gemelli Mantle, ginecologi di grande successo, vivono in perfetta simbiosi, si completano nel lavoro – Beverly è votato alla tecnologia e alla ricerca mentre Elliot è più mondano, socievole e comunicativo – vivono insieme e hanno costruito un rapporto in cui le esperienze di entrambi sono condivise attraverso un uso totalizzante del dialogo (a un certo punto Elliot dirà a Beverly «non hai mai scopato con Claire Niveau se non ne parli con me!»).

Gli strumenti ginecologici inventati da Beverly per donne mutanti
I gemelli Mantle, attraverso l’interpretazione doppia di Jeremy Irons, danno la possibilità a David Cronenberg di tradurre in immagini l’evolversi da narcisismo primario a narcisismo secondario e infine schizofrenia, vissuto da quello che ben possiamo definire come unico organismo Beverly/Elliot Mantle. Non a caso all’inizio del film incontriamo i gemelli Mantle bambini, impegnati a parlare di riproduzione e dell’obbligo al contatto dei mammiferi rispetto ai pesci. I due gemelli si muovono verso una consapevolezza che ha bisogno di essere dichiarata (sarà Elliot, infine a farlo, parlando a Cary della sua intenzione di riposizionarsi sulla stessa lunghezza d’onda del “perduto” Beverly), un desiderio autoerotico rivolto all’immagine dell’Io custodita nel fratello gemello. Lo stadio finale, e ovviamente patologico, è la schizofrenia. Beverly sarà il primo a cedervi perdendo il contatto con la realtà, per altro labile nel suo caso, un contatto filtrato e spinto al limite dalla sua genialità inventiva. Gli strumenti ginecologici da usare in sala operatoria per cui sono famosi i gemelli Mantle diventano mutanti nell’ultimo stadio, appunto la schizofrenia. Essi si tramutano in orribili strumenti di follia (realizzati da Stephen Lack, il telepate di Scanners qui nei panni di un artista) con cui affrontare la mostruosità, propria, e atavica, incarnata dall’utero femminile mutato

Bassanio sceglie lo scrigno di piombo (Il mercante di Venezia,  2004)
La deriva psichica è raggiunta dai fratelli Mantle, solo dopo l’incontro scellerato con una donna, l’attrice Claire Niveau, che rappresenta per entrambi la possibilità di confrontarsi col femminile (di cui entrambi si occupano per mestiere) in maniera emotiva e psichica. Un’azione che per l’universo chiuso dei Mantle rappresenta il male, la fine. Claire possiede un utero triforcuto e per questa malformazione è impossibilitata a partorire. Essa – come ha ben notato Gianni Canova nel Castoro dedicato a David Cronenberg – è la perfetta riproposizione del «motivo della scelta degli scrigni» di Sigmund Freud. Il motivo richiama la commedia shakespeariana Il mercante di Venezia, dove Bassanio per conquistare la bella Porzia deve recuperare il suo ritratto custodito in uno dei tre scrigni che vengono proposti a ogni pretendente. Uno scrigno è d’oro, uno d’argento e l’altro di piombo. Bassanio nella scelta del «livido» piombo richiama altri momenti di scelta fra «femminili diversi» della narrativa occidentale. Sono queste situazioni in cui l’eroe sceglie la donna più silenziosa, colei che mesta non esprime il suo amore a parole: Afrodite, la più bella e silenziosa delle tre dee che si contendono l’attenzione di Paride, Cenerentola, la più bella e mite fra tre sorelle, re Lear che fra le sue figlie sceglie Cordelia, l’unica che non esprime a parole il suo amore. Mutismo e ritrosia sono per Freud la rappresentazione onirica e inconscia della morte. È proprio quello che succederà a Beverly che in sogno vedrà Claire Niveau recidere il cordone ombelicale che lo lega a Elliot, un atto che è in tutto e per tutto un presagio di morte. Claire è la deriva narrativa del «motivo della scelta degli scrigni», essa è una e trina, incarna l’unica «livida» scelta possibile (per lei che ha un nome così vicino a quello di Biancaneve Cronenberg ha voluto un volto mesto, totalmente privo di trucco). La materializzazione del presagio di morte in sogno, poi, altro non è che un rafforzativo visivo. Beverly, nel melodrammatico finale, proverà a tornare (d)a Claire, una scelta rinnovata che lo condurrà all’unico finale possibile.   


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