Dopo
aver indagato la possibilità di commistione fra carne e tecnologia, di fusione
fra individui e categorie fisiche David Cronenberg sceglie di lavorare al soggetto di un film tratto dal libro Twins di Bari Wood e Jack Geasland. Il
romanzo si presta benissimo allo sviluppo di alcuni temi interessanti per
Cronenberg, tra cui il rapporto tra narcisismo e schizofrenia e il «motivo
della scelta degli scrigni», entrambi indagati dal padre della psicoanalisi Sigmund Freud. Inseparabili (titolo inglese Dead
ringers) fornisce a Cronenberg la possibilità di confrontarsi con
avanguardistiche tecniche fotografiche come il motion control e lo split screen dissimulato, queste permettono allo stesso attore di interpretare
due ruoli diversi nella stessa scena. I protagonisti del film sono due gemelli (dead ringers, uguali sputati) ma
Cronenberg vuole annullare il più possibile la separazione fra i due soggetti
scegliendo di farli interpretare dallo stesso attore, Jeremy Irons che in Inseparabili
ottiene una delle performance migliori di tutta la sua carriera. L’idea
centrale della pellicola è quella di un unico corpo (con-diviso dai due
fratelli) amante di se stesso. I gemelli
Mantle, ginecologi di grande successo, vivono in perfetta simbiosi, si
completano nel lavoro – Beverly è votato alla tecnologia e alla ricerca mentre
Elliot è più mondano, socievole e comunicativo – vivono insieme e hanno
costruito un rapporto in cui le esperienze di entrambi sono condivise
attraverso un uso totalizzante del dialogo (a un certo punto Elliot dirà a
Beverly «non hai mai scopato con Claire Niveau se non ne parli con me!»).
Gli strumenti ginecologici inventati da Beverly per donne mutanti |
I
gemelli Mantle, attraverso l’interpretazione doppia di Jeremy Irons, danno la
possibilità a David Cronenberg di tradurre in immagini l’evolversi da narcisismo
primario a narcisismo secondario e infine schizofrenia, vissuto da quello che
ben possiamo definire come unico organismo Beverly/Elliot Mantle. Non a caso
all’inizio del film incontriamo i gemelli Mantle bambini, impegnati a parlare
di riproduzione e dell’obbligo al contatto dei mammiferi rispetto ai pesci. I
due gemelli si muovono verso una consapevolezza che ha bisogno di essere
dichiarata (sarà Elliot, infine a farlo, parlando a Cary della sua intenzione
di riposizionarsi sulla stessa lunghezza d’onda del “perduto” Beverly), un
desiderio autoerotico rivolto all’immagine dell’Io custodita nel fratello
gemello. Lo stadio finale, e ovviamente patologico, è la schizofrenia. Beverly
sarà il primo a cedervi perdendo il contatto con la realtà, per altro labile
nel suo caso, un contatto filtrato e spinto al limite dalla sua genialità
inventiva. Gli strumenti ginecologici da usare in sala operatoria per cui sono
famosi i gemelli Mantle diventano mutanti nell’ultimo stadio, appunto la
schizofrenia. Essi si tramutano in orribili strumenti di follia (realizzati da
Stephen Lack, il telepate di Scanners
qui nei panni di un artista) con cui affrontare la mostruosità, propria, e
atavica, incarnata dall’utero femminile mutato.
Bassanio sceglie lo scrigno di piombo (Il mercante di Venezia, 2004) |
La
deriva psichica è raggiunta dai fratelli Mantle, solo dopo l’incontro
scellerato con una donna, l’attrice Claire
Niveau, che rappresenta per entrambi la possibilità di confrontarsi col
femminile (di cui entrambi si occupano per mestiere) in maniera emotiva e
psichica. Un’azione che per l’universo chiuso dei Mantle rappresenta il male,
la fine. Claire possiede un utero triforcuto e per questa malformazione è
impossibilitata a partorire. Essa – come ha ben notato Gianni Canova nel
Castoro dedicato a David Cronenberg – è la perfetta riproposizione del «motivo
della scelta degli scrigni» di Sigmund Freud. Il motivo richiama la commedia
shakespeariana Il mercante di Venezia,
dove Bassanio per conquistare la bella Porzia deve recuperare il suo ritratto custodito in uno dei tre scrigni che vengono proposti a ogni pretendente. Uno
scrigno è d’oro, uno d’argento e l’altro di piombo. Bassanio nella scelta del
«livido» piombo richiama altri momenti di scelta fra «femminili diversi» della
narrativa occidentale. Sono queste situazioni in cui l’eroe sceglie la donna
più silenziosa, colei che mesta non esprime il suo amore a parole: Afrodite, la
più bella e silenziosa delle tre dee che si contendono l’attenzione di Paride,
Cenerentola, la più bella e mite fra tre sorelle, re Lear che fra le sue figlie
sceglie Cordelia, l’unica che non esprime a parole il suo amore. Mutismo e
ritrosia sono per Freud la rappresentazione onirica e inconscia della morte. È
proprio quello che succederà a Beverly che in sogno vedrà Claire Niveau
recidere il cordone ombelicale che lo lega a Elliot, un atto che è in tutto e
per tutto un presagio di morte. Claire è la deriva narrativa del «motivo della
scelta degli scrigni», essa è una e trina, incarna l’unica «livida» scelta
possibile (per lei che ha un nome così vicino a quello di Biancaneve Cronenberg
ha voluto un volto mesto, totalmente privo di trucco). La materializzazione del
presagio di morte in sogno, poi, altro non è che un rafforzativo visivo.
Beverly, nel melodrammatico finale, proverà a tornare (d)a Claire, una scelta
rinnovata che lo condurrà all’unico finale possibile.
Nessun commento:
Posta un commento