La
partecipazione alla puntata di Superga Cinema On Air dedicata a Stanley Kubrick e al suo capolavoro
esemplare Arancia meccanica mi ha spinto a riflettere sulla natura
Avant-Pop della pellicola ispirata all’omonimo romanzo di Anthony Burgess del
1962. Sono arrivato alla conclusione che Arancia
meccanica può essere definita una pellicola Avant-Pop nella misura in cui essa
è una pellicola situazionista. Il Manifesto di Mark Amerika cita Lettrismo e Situazionismo
come movimenti fondanti, alla base dell’estetica Avant-Pop, «la nostra missione comune è quella di alterare
radicalmente il fulcro della Cultura Pop attraverso un genere più popolare di
gestualità dark, sexy e sottilmente ironica che nascerà dal lavoro di movimenti
artistici come Fluxus, Situazionismo, Lettrismo, Neo Voodoismo.». Analizzando Arancia Meccanica nelle sue
caratteristiche proprie e paracinematografiche credo sia possibile proporre una
lettura situazionista della pellicola.
Innanzitutto l’anno di uscita di Arancia Meccanica è il 1971, a solo un anno dallo scioglimento del
movimento situazionista, un movimento che aveva dato alla scena artistica,
sociale e politica una nuova chiave interpretativa, una prospettiva che sembra
essere stata metabolizzata e utilizzata da Kubrick per il suo film.
Guy Debord |
Si pensi a quanto enunciato nel Programma dell’Internazionale
situazionista in cui si propone di «creare momenti di vita concretamente e
deliberatamente costruiti mediante l’organizzazione collettiva di un ambiente
unitario e di un gioco di eventi», una creazione che avviene tramite un uso
situazionista di mezzi artistici, oggetti culturali e sociali, elementi
narratologici. È esattamente ciò che Stanley Kubrick fa in Arancia Meccanica, in cui la decomposizione di oggetti culturali
provenienti da diversi mezzi, stili ed epoche (secondo la definizione
situazionista) è operata lisando i contesti di appartenenza e utilizzandoli in
una nuova situazione per provocare straniamento,
estasi e attivare le capacità interpretative dello spettatore. Quella costruita
con fare certosino da Kubrick è un’iperrealtà satura e policroma, un universo
con una cifra stilistica polimorfa, mutevole e allo stesso tempo riconoscibile.
Beethoven, la musica elettronica, i chiari e decisi rimandi alla pop-art (nella
sua ripetibilità degli elementi), il trucco, i costumi e i rimandi alla cultura
lisergica, gli inserti postmoderni citanti la Bibbia, i totalitarismi, la questione
dell’Atomica e la guerra. Sono tutti elementi decomposti e riutilizzati da
Kubrick all’interno della sua pellicola.
Il situazionismo, soprattutto nel suo periodo più fertile - quello
degli anni Sessanta, maggiormente connotato politicamente e più interessante
per Kubrick – aveva iniziato a indagare il potenziale (rivoluzionario) del
tempo libero. Il desiderio di cambiamento e le teorie carnevalesche e
scandalose che i situazionisti elaborarono nel loro opuscolo La miseria nell’ambiente studentesco
francese possono essere recuperati anche in Arancia meccanica, nella vicenda di Alex, un vero e proprio slacker ante-litteram che sublima la
noia attraverso un uso creativo e agghiacciante della violenza.
Infine è bene specificare la critica e il chiaro e netto rifiuto
da parte di Kubrick di ogni forma di estremismo sia di destra che di sinistra (questione
che fu punto di rottura anche per i Situazionisti nei confronti della sinistra
istituzionale), della politicizzazione (e spettacolarizzazione secondo la
lezione di Debord) degli eventi sociali, un processo che provoca corruzione e
risultati vicini al paradosso, come succede nel caso della vicenda di Alex, legittimato
dopo le critiche alla cura Ludovico all’uso della violenza.
Infine è bene sottolineare un ultimo punto di contatto fra Arancia meccanica e il Situazionismo: il
concetto di deriva sociale associato all’urbanismo, alla soffocante
connotazione del territorio da parte dell’uomo che sembra ridurre e annullare
la naturalezza del way of life, un
paesaggio soffocante, razionalista, sovrastante che ha effetti nefasti sulla
psiche umana.
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